I pensieri dei ragazzi sul tricolore in piazza Un’enorme bandiera tricolore in piazza dei Signori composta da strisce verdi, bianche e rosse, ciascuna delle quali porterà scritto un pensiero degli studenti delle scuole: questa l’iniziativa del Comune per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. (Il giornale di Vicenza)
Meenakshi Shrivastava, 31 anni, è meno benestante delle altre. Lavorava in un albergo, la sua casa è di gran lunga la più modesta. Suo padre si è fatto quindici ore di treno dal Bihar (“la terra dell’imperatore Ashoka” precisa orgoglioso, “il fondatore dell’India tollerante del III secolo avanti Cristo”)
C’è una belva dormiente che mi affanna il cammino, un respiro soffocato, costretto il torace, a riempire i silenzi. Io ero, indecifrabile al passo, un volo d’uccelli, una carovana. È caduta troppa neve, sono un rantolare di cani, cancrena dei germogli. Mi accomiato senza parole stridenti, muoio di rinunce
Dopo aver aderito all’appello de L’Unità, ho commentato così l’articolo del direttore “Il sorpasso della realtà”: Per una donna come me, alla soglia dei trent’anni, con una laurea in Scienze Politiche che non interessa a nessuno, in questo mondo del lavoro fatto per personale dequalificato da sfruttare, da
Barrisce il fiume, oltre il parapetto, chiamando nuove catastrofi. «La terra è mia!» – urla la corrente, un pugno di ghiaia e un vuoto d’inadeguatezza. È così che scorre una vita intera, un baratro che è argine, un corso di acque insalubri, come questo gorgoglio di sangue che mi