Io ero

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C’è una belva dormiente

che mi affanna il cammino,

un respiro soffocato,

costretto il torace,

a riempire i silenzi.

Io ero,

indecifrabile al passo,

un volo d’uccelli, una carovana.

È caduta troppa neve,

sono un rantolare di cani,

cancrena dei germogli.

Mi accomiato senza parole stridenti,

muoio di rinunce e rassegnazione.

A malapena sopporto la vita.

 

Stefania Calledda, 27 gennaio 2011

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