Diversamente migranti

Io, a Vicenza, città Patrimonio dell'Umanità" UNESCO, dal 2010. Sullo sfondo Villa "La Rotonda" di Andrea Palladio,

Io, a Vicenza, città Patrimonio dell’Umanità” UNESCO, dal 2010. Sullo sfondo Villa “La Rotonda” di Andrea Palladio,

Cagliari è per me un grumo di ricordi, memorie di fenicotteri rosa in volo e filari di lampioni accesi quando arriva la sera anche sulle saline, scorci di tramonto da Buoncammino, attese alla fermata dell’autobus con gli appunti sottobraccio, l’aggrovigliarsi di vicoli fino al Bastione, le code in viale Marconi, le corse in auto sull’Asse Mediano, le afose giornate primaverili, lo scirocco che riempie il terrazzo di sabbia rossa.

E poi c’è Marina, con le sue suggestioni di lontananze ed esotismi, le sue storie di mare e di fatica, l’odore di frittura di pesce e altri aromi d’accoglienza, di cumino, curcuma, salsa di soia per esempio.

Proprio in questa cornice, non dissimile da tante altre città di porto, si delinea uno degli appuntamenti più interessanti di Cagliari, il Marina Cafè Noir – Festival di letterature applicate, che quest’anno ha voluto sensibilizzare sul tema delle migrazioni nel Mediterraneo, ricordando che anche i sardi sono un popolo di migranti e che nel corso della loro Storia sono stati accolti in tante altre terre e oggi, ancora di più, l’emigrazione resta un fenomeno in crescita.

Una mostra, dal 3 al 6 agosto, ci ha messi faccia a faccia con chi è rimasto, ci sono anche io tra quei mezzobusto perché anch’io sono una migrante, e lo dico con estremo orgoglio perché andarsene e scegliere di ricostruirsi altrove non è facile, è un percorso che è fatto anche di rinunce e di sacrificio, e la soddisfazione è tanta quando raggiungi i tuoi traguardi e grande è il disgusto per chi vive di muri e filo spinato e non di ponti.

Io mi sento più vicina a coloro che preferiscono annegare piuttosto che annientarsi senza futuro, e nel mio bagaglio di vita non ci sono ruspe, fucili, manganelli, confini, ma ho imparato altre lingue, sentendomi cittadina del mondo, ho un passaporto di conoscenze di altre religioni, etnie, culture, e ho radici così profonde che non ho bisogno di difenderle dalle intemperie dei tempi. Io sono un naufrago per scelta, come ho già scritto, e mi porto il mio status di migrante come una medaglia sul petto.

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  1. Posted by Camilla

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