Io non ho paura (2)

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” Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. “ J. Saramago

 

MigrantiUna volta ho scritto: “Ci sono partenze che sono necessarie, immancabili trapassi, vele che si gonfiano e attendono di salpare per andare lontano, andare. Ci sono naufragi che annegano e naufragi che salvano, ed è forse per questo mio naufragio della coscienza che sono finita dall’altra parte del Tirreno”.

Cos’è un naufragio, se non giungere in una terra sconosciuta, popolata da sconosciuti, che usano suoni e linguaggi diversi per comunicare, odori, sapori, modi di dire e fare sconosciuti, per scoprire che in realtà sei tu l’unica e vera sconosciuta? Nella vita, a volte, si è naufraghi per scelta, come lo sono stata io, per ricominciare da capo, per darsi un’opportunità, per far finta di dimenticare, per levarsi gli abiti che avevi sempre vestito e nudi, provare a mettere qualcosa di nuovo.

Fra i miei pensieri rubo: “Quando qualcosa si rompe, cerchiamo di ricomporla raccogliendone i pezzi e provando a ridarle una forma. Ma l’oggetto non è più come prima, l’accomodiamo alla bell’e meglio, ma qualche frammento è finito per scomparire sotto il frigorifero magari, qualcun altro è irrecuperabile, e così riprenderemo ad usarlo, pur sbeccato, pur ammaccato. Se si rompe la nostra coscienza, il nostro mondo interiore, accade lo stesso, proviamo a ricostruirci, ma niente sarà più come prima”.

Chi ha una passione cocente per la Storia, come me, s’ammala di memoria, non è capace di non ricordare.

Chi ci conosce, a me e al mio compagno Matteo, rimane piacevolmente sorpreso dalla nostra capacità d’adattamento, dal nostro rapido inserimento in terra berica, per quella straordinaria curiosità che ci ha portato a capire, conoscere, partecipare di tanta differenza. La cosa più bella che mi è stata detta è stata: “brava, per le tue scelte”. Non potete capire che peso ogni giorno chiedersi se hai fatto la scelta giusta, per la tua vita, per la tua salute, per il tuo futuro: quella frase per un attimo lo alleggerisce.

Ho vinto, non ho avuto paura. Sì, non ho paura di sbagliare, di provare, di vedere con i miei occhi, sentire sulla mia pelle, di piangere la solitudine nella distanza, di reagire alla umiliazione, di rialzarmi dalla prostrazione. Non ho avuto paura, ho scelto il mio naufragio, ho saputo farmi accogliere, benché straniera, ma straniera del Mondo, alla Albert Camus, se è questa decadenza il Mondo.

A volte Vicenza mi sembra un ritorno, a Nùoro, alle mie montagne, c’è una casa in ogni luogo, la devi cercare, c’è un angolo straniero in ogni luogo, lo devi cercare, se hai voglia, se ti va di scappare, ogni tanto, dalla tua casa. Tanto, “il viaggiatore ritorna subito”. S.C.

 

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