Per chi resta

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Mani-padre-figlio

 

Carissimo A***,

posso solo immaginare quanto dolore ti abbia accompagnato in questi mesi.
La vita ci ricorda ogni giorno quanto siamo fragili, e questo ne aumenta il suo valore, ci insegna a comprendere meglio quali siano le priorità, quanto tempo sprechiamo, nella nostra esistenza, lontano dagli affetti, dalle cose che contano davvero.
Molti amici li ho lasciati indietro, ragazzi che ancora la vita era di là a venire a volte, consumati anche loro dalla malattia, per quella giovinezza mai fiorita, con troppa saggezza tra le piaghe. Mi hanno insegnato tanto, molto di più delle ore perse a studiare per gli esami, che mi sottraevano quel tempo che avrei potuto loro dedicare prima della loro definitiva scomparsa, quel tempo che a quel punto, non tornerà mai più.
Un tempo rimpianto certo, ma questa è la vita, di frasi che ritornano alla memoria, di abbracci mancati, di parole dette con troppa superficialità, di assenze, ma anche di emozioni vitali e irripetibili, di intensità di momenti, di notti insonni per la gioia o per la disperazione.
Non cruciarti perciò, chiedendoti se tu sia stato davvero un bravo figlio, lo sei stato, certo, sei stato figlio, con i suoi tormenti e le sue soddisfazioni di figlio, vicino come uomo prima e come medico poi, quando aveva bisogno delle tue cure, persino nel martoriarlo per cercargli una vena, in quel magone che ti toglieva il fiato e ti faceva tremare le mani, tu gli sei stato vicino.
La morte di un genitore è un’esperienza che ci tocca tutti, se abbiamo la fortuna di sopravvivergli, dobbiamo accoglierla come tutte le cose del mondo, per quello che sono, nella loro sofferenza inconsolabile, che ci rende così vivi nel sentire.
Nella malattia, così come nella morte, siamo comunque soli, e ora che anche la mia malattia va avanti, nell’impotenza generale, ora che le lusinghe della scienza ammutoliscono, e resta soltanto un profondo afflato umano, tra me e gli altri, rimettiamo le cose al loro posto, e vale più questo tempo speso a scriverti, per quella lontananza che ci divide, che mille altri impegni quotidiani.
Per questo ti abbraccio forte,

Stefania

 

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